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La Consulenza Patrimoniale

In considerazione della molteplicità dei temi  dei quali si occupa, la Consulenza Patrimoniale, cioè quella materia che tratta gli argomenti della pianificazione del patrimonio finanziario, assicurativo, immobiliare, aziendale, della ridefinizione delle quote di proprietà ai fini fiscali e successori, nonché del trasferimento dei rischi collegati ad essi ed al capitale umano, per sua stessa definizione, si rivela inevitabilmente un’attività di carattere interdisciplinare.

La Consulenza Patrimoniale è il risultato di un lungo percorso evolutivo della consulenza finanziaria, che ha visto gli albori negli anni ’80, con la normativa sui fondi comuni d’investimento di diritto italiano, e si è consolidata nel 1991, con l’istituzione dell’albo dei Promotori Finanziari.

Questa lenta metamorfosi è andata di pari passo con lo sviluppo del risparmio gestito, la globalizzazione dei mercati e le crisi finanziarie, le modifiche introdotte dalle normative Mifid, le innovazioni tecnologiche e, infine, i cambiamenti demografici, che hanno profondamente trasformato la società italiana del nuovo millennio, rendendo più complesse le esigenze di chi detiene patrimoni.

Il Consulente che non si è accontentato di continuare a vestire i panni, pur onorevoli, del Promotore Finanziario, si è così adeguato ai cambiamenti, per trasformarsi in una figura professionale del tutto inedita.

La Consulenza Patrimoniale, inoltre, è oggi argomento di attenzione da parte di Rettori e Facoltà Universitarie, come ad esempio quella Bolognese o la Cattolica di Milano, che hanno istituito nuovi corsi e master post-universitari, idonei a fornire, contemporaneamente, competenze di tipo giuridico, economico finanziario, di gestione aziendale e relazionali.

Negli ultimi anni, un numero sempre più considerevole di clienti di Consulenti Finanziari ha potuto apprezzare i molteplici vantaggi di una gestione integrata dell’intero processo evolutivo del patrimonio, partendo dalla creazione del capitale per singoli obiettivi, passando per il suo incremento e consolidamento, per arrivare alla protezione ed al passaggio generazionale dei beni e della ricchezza accumulata.

In una simile contesto, ovviamente, il Consulente Finanziario non dovrà pretendere di conoscere ogni branca del sapere, ma, grazie ad una solida preparazione ed alla capacità di conoscere il cliente, potrà rivelarsi la figura di riferimento del network di professionisti, che lui stesso ha il dovere e la possibilità di promuovere, perché, come rammenta un proverbio africano, “Se vuoi arrivare prima corri da solo, ma se vuoi andare lontano cammina insieme!”

Il costo del “fai da te”

Prendo spunto da un articolo del Prof. Paolo Legrenzi, Docente di Psicologia Cognitiva presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, pubblicato il 15 febbraio 2018 sulla Rubrica “I Soldi in Testa”, per analizzare alcune cattive abitudini, che mettono frequentemente a rischio i risparmi degli italiani. Legrenzi parla di azioni che impariamo un po’ alla volta e che diventano abitudini o persino automatismi, i quali, una volta codificati e fissati in memoria, sono ardui da disimparare o eliminare. Il vantaggio di aver fissato delle azioni in memoria è grande: possiamo eseguire lavori di routine pensando ad altro o compiendo contemporaneamente azioni diverse, come parlare al telefono (se in viva voce!) e guidare l’auto, riuscendo, al contempo, a decifrare la segnaletica stradale. L’evoluzione ha dotato di questa capacità anche altre specie, tra cui i ratti. Questi, imparate delle sequenze in laboratorio tramite condizionamento, le eseguono successivamente in maniera abitudinaria.

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